In questi giorni di studio in vista degli esami che si avvicinano, rimango colpito da un passaggio del prof mentre stava commentando un versetto del prologo del versetto di Giovanni (Gv 1,5 se vuoi andartelo a vedere): “tu percepisci la tenebra, quando la luce inizia a brillare”. Non so bene il perché ma la sento vera nella mia vita. Ci sono periodi “normali” dove la mia vita avanza, con le sue abitudini, azioni ripetute, interessi reiterati e così tutto scorre, senza troppe domande. Poi ci sono balzi del cuore, momenti dove mi si aprono nuovi orizzonti, una serenità mi pervade e posso guardare al periodo precedente accorgendomi delle chiusure verso gli altri, al bisogno di possedere per esser tranquillo, degli spazi stretti… in poche parole della lenta tonalità di grigio che pian piano stava “intonacando” la mia vita. È questo l’effetto della Parola. “Ecco io faccio nuove tutte le cose” mi viene da accostare dall’Apocalisse (21,5). È la novità della luce che entra e disseta la nostra vita che anela a questo pieno, a questo non sentirsi a vivere una vita a caso che scorre, ma guardato da un Amore che mi rinnova e mi fa ritrovare presente in una vita. Potrei dire che mi riporta in vita.
Credo che questa novità sia accentuata anche dal periodo storico che stiamo vivendo. Questi mesi di lockdown che ci hanno portato a restringerci in spazi confinati, spinti più dalla paura che dal desiderio, ci possono aver portato a deprimerci, a perdere fiducia nel futuro, magari al voler (o dover) abbandonare un “qualcosa” che stavamo portando avanti. Il versetto di Giovanni (sempre quello di prima) si conclude con “e la luce nelle tenebre splende e la tenebra non l’ha soffocata” (non la trovi scritta così, è una traduzione più letterale del mio prof..). Il Logos, la seconda persona divina che poi si è incarnata storicamente in Gesù, splende nella vita degli uomini, desidera portargli la sua vita, per dargli un senso, perché avere a che fare con Dio, cercarlo, poterlo guardare faccia a faccia, stare con Lui, è solo questo che può riempire il grande serbatoio umano che è il cuore dell’uomo. E anche i miei rifiuti quotidiani a Dio, non soffocano questa amicizia… Lui ritenta ancora di porgermi il suo affetto, la sua vicinanza, il suo essermi Padre. Ed io mi ritrovo, in una vita che non mi è avversa, ma è una storia che non sfugge alla grandezza di Dio. Anche un virus non ha distrutto il piano di bene che il Signore ha verso di noi. Il mio augurio per me e per te in questo periodo è di poter gustare la vita. Assaporare un cibo, attendere un incontro con una persona cara, desiderare un silenzio per lasciare uno spazio a Dio. E ringraziarLo ogni sera per almeno una cosa. Dove quel giorno la Luce è giunta per dare un senso. Perché è vero, come dice Vasco, “che se non ha un senso, domani arriverà lo stesso”, ma con un senso, ha un sapore! Penso alle lasagne al forno della mia povera nonna (che ora starà facendo da mangiare in cielo)… se non avessero avuto sapore… che peccato!!