Quanto dobbiamo essere toccati per credere?
Non mi sto riferendo solo al recente periodo di pandemia globale in cui eravamo chiusi nelle nostre case, non potevamo toccare nulla se non con i guanti o con le mani ben disinfettate, non potevamo prenderci per mano e tantomeno abbracciarci per consolarci o festeggiare insieme, ma mi riferisco alla comune quotidianità. Quanto è difficile credere a qualcosa che non tocchiamo, che non sentiamo sulla nostra pelle? Io, spesso, prima di credere a qualcosa che mi viene detto o raccontato cerco di approfondire, di capire la situazione quasi come se volessi proprio toccarla con mano. Alcune volte però non è possibile o è molto difficile ricorrere al tatto.
L’estate scorsa, in un momento di difficoltà, mi sono trovato davanti ad un bivio in cui dovevo scegliere la strada giusta da percorrere. Mi sono perciò messo in cammino per scoprire la mia vocazione, per capire meglio in che modo raggiungere la felicità piena nella mia vita, entrando in propedeutica; ho affidato totalmente la mia vita al Signore che è la luce dei miei passi. Gesù non mi ha “fisicamente” toccato o chiesto di seguirLo, non sarebbe stato efficace, però con le sue parole e le numerose “immagini” che troviamo nel Vangelo ha toccato il mio cuore.
“Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti” (Luca 6,19).
In quel momento di difficoltà in cui ero smarrito anche io cercavo di toccarlo, ma non ci sono riuscito perché è stato più veloce Lui nell’abbracciarmi, nel toccarmi.
Bisogna mettersi in gioco, dare sempre il meglio di sé e, se alle volte è faticoso e ci sembra di essere da soli, apriamo il nostro cuore al Signore perché è con noi in ogni istante, non ci lascia mai soli; Egli ci ama e noi siamo suoi.
“Ho sognato che camminavo in riva al mare con il Signore e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata.
E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme: le mie e quelle del Signore.
Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma.
Proprio nei giorni più difficili della mia vita.
Allora ho detto: “Signore, io ho scelto di vivere con te e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me.
Perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti difficili?
E lui mi ha risposto: “Figlio, tu lo sai che ti amo e non ti ho abbandonato mai: i giorni nei quali c’è soltanto un’orma nella sabbia sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio”
Anonimo brasiliano